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Domande e risposte

Generale

Gent.mo Staff medico dello Studio Singer,
sono una vostra affezionata paziente volevo chiedere delucidazioni in merito ai farmaci che rinforzano le ossa e che spesso chiedete a noi pazienti se li assumiamo. Ci terrei tanto a capire perché questi farmaci sono così importanti per la nostra salute orale, soprattutto per una determinata categoria di pazienti.
Vi ringrazio per la risposta.

Gent.ma paziente,
la ringraziamo per la sua cortese domanda. L’argomento che lei ha toccato riveste ai nostri giorni una sempre maggiore importanza. Si tratta della categoria di farmaci dei Bifosfonati (Bonviva, Clasteon, Fosamax , Adronat, Zometa per citarne solo alcuni), farmaci utilissimi e di grande efficacia appunto per “rinforzare” le ossa. Non si tratta di vitamine o di calcio, ma di una farmaco relativamente recente che consente di trattare in particolare l’osteoporosi, molto frequente nella donna nel periodo dopo la menopausa.
I bifosfonati hanno anche altre indicazioni, come il trattamento di tumori che colpiscono le ossa nel mieloma multiplo e viene spesso prescritto successivamente al carcinoma mammario, per prevenire metastasi ossee (Zometa), ma a dosaggi molto più elevati. Purtroppo essi possono provocare gravi inconvenienti proprio a livello delle ossa mascellari. I bifosfonati che si assumono per via orale a bassi dosaggi per la cura dell’osteoporosi, col tempo si accumulano nel tessuto osseo.
Si stima che dopo tre anni l’accumulo sia tale da rendere l’osso più soggetto a una forma di “mancata guarigione” detta Osteonecrosi dei mascellari da bifosfonati, che può insorgere dopo un semplice intervento chirurgico come ad esempio una estrazione dentale, ma anche successivamente ad un decubito da protesi mobile o addirittura spontaneamente dopo qualche anno.
In casi gravi, può rendersi necessario rimuovere grosse quantità di osso prima di poter ottenere la guarigione dei tessuti. Il quadro è reso più grave se in concomitanza si assumono cortisonici e, in generale, il rischio di tale complicanza è molto maggiore nei pazienti che assumono il bifosfonato per motivi oncologici, ossia a dosaggi elevati per via endovenosa.
Fortunatamente la maggior parte dei nostri pazienti si servono dei bifosfonati per il trattamento dell’osteoporosi. Attualmente non esiste un farmaco alternativo altrettanto efficace per la cura dell'osteoporosi e quindi vengono prescritti in quanto più efficaci della sola vitamina D. L'unica accorgimento che si può tenere per prevenire l'inconveniente dell'osteonecrosi da bifosfonati è avere cura ottimale dei propri denti cercando di effettuare tutte le terapie chirurgiche come le estrazioni di denti considerati non mantenibili entro i primi tre anni dall'assunzione del farmaco, e fare un mantenimento ottimale di igiene orale. Va tenuto presente che ciò nonostante esistono casi in cui, anche se il paziente è considerato a rischio di sviluppare tale complicanza, l'atto chirurgico va comunque effettuato in quanto il persistere di una spina infiammatoria cronica come nel caso di una frattura verticale della radice del dente, equivale a correre un rischio maggiore di sviluppare l'osteonecrosi da bifosfonati.

Estetica

Egregio Dr. Singer la contatto in merito allo sbiancamento dei denti.
Ho letto che non da effetti collaterali.
Si può fare anche se ho delle otturazioni?
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta. Marco da Napoli.

Sicuramente si, se le otturazioni non riguardano i denti anteriori.
Gli elementi che andiamo a sbiancare sono dal secondo premolare di destra fino al secondo premolare di sinistra. Se i denti presi in considerazioni sono integri senza la presenza di corone, ponti e otturazioni vestibolari possiamo sbiancarli tranquillamente!

Generale

Egregio dottore, ho letto che infezioni che provengono dalla bocca causate dai denti possono avere degli influssi sulla salute in generale. A causa della mia non più giovane età soffro anche di reumatismo. L’ultima volta che sono andata dal dentista mi è stato curato un ascesso di un dente nell’ arcata inferiore. Adesso ho l’impressione che ancora prima di sentire il disturbo al dente curatomi abbia avuto dei dolori al braccio sinistro. La mia domanda è la seguente. È possibile che il dolore al braccio si sia presentato a causa di un ascesso dentale, sempre alla mia sinistra?

Gentile paziente, lei ha centrato un argomento molto particolare. Si tratta della teoria della infezione focale. Più precisamente si tratta di una teoria secondo la quale le così dette infezioni croniche focali provenienti da denti possono essere collegate con altri sintomi sistemici. Proprio il nostro studio da parte del Prof. Dr. Dr. h.c. Fritz Singer effettuò degli studi scientifici negli anni 50 (vgl. “I metodi test nella diagnosi dell’infezione focale”. R.I.S., n. 11, 1954). A causa di questa teoria veniva ritenuto necessario estrarre denti con infezioni anche non gravi per evitare l’insorgere di ulteriori complicanze. Con il passare degli anni fu riconosciuto di aver dato un ruolo troppo importante a questa teoria e fu riconosciuto di essere intervenuti in maniera troppo drastica e senza riscontri scientifici sufficienti. E si ricominciò a curare denti che un tempo venivano estratti senza troppi riguardi. I meccanismi patogeni sono stati ulteriormente studiati nell’arco dei decenni ma non si è ancora arrivati ad una risposta definitiva.
In pratica non è da escludere che i dolori all’articolazione sinistra siano dovuti all’ infezione del suo dente.

Generale

Buongiorno, ho delle vecchie otturazioni in un materiale scuro. Credo che si tratti di amalgama, materiale che si dice tossico. Dato che non sono neanche belle molto belle esteticamente ritenete che sarebbe opportuno sostituirle con delle otturazioni in materiale bianco di ultima generazione?

Tutte le otturazioni, che siano amalgama o composito (ultima generazione) hanno un buon sigillo per circa 10 anni, sempre in condizione di buona igiene orale. Il consiglio è quindi di fare delle radiografie di controllo a scadenze periodiche per evitare che le vecchie otturazioni siano infiltrate. Le stesse vanno sostituite quando il sigillo non garantisce stabilità nel tempo.

Generale

Sono la mamma di un bambino di 3 anni, a quale età un bambino dovrebbe cominciare ad andare dal dentista?

L’età giusta per iniziare a portare il bambino dal dentista è a 5/6 anni quando comincia la permuta dei denti da latte. Andare prima da dentista può essre di aito per fare in modo che il bambino si avvicini al alla figura del dentista cosa che sicuramente gli è di aiuto quando sarà più grande per toglierli la paura che potrebbe avere se dovesse andare la prima volta solo con l’insorgere di eventuali problemi o dolori.

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